La perdita di indipendenza iniziò quando i Babilonesi presero Gerusalemme nel 597 a. C.. Nabucodonosor prese delle misure molto severe nei confronti degli Israeliani. Egli deportò a Babilonia il re, la sua corte e una parte rilevante della popolazione economicamente attiva. Nabucodonosor saccheggiò il tempio di ogni ricchezza e pose sul trono Sedecia, ponendo le premesse per una definitiva soggezione di Giuda. Nella disperata situazione economica del piccolo Stato, gravi contrasti interni nati dall’opera di Geremia, contrario a Sedecia e fautore di una politica di ossequio a Babilonia, vennero a turbare i tentativi di ribellione. A essa si giunse impreparati per il mancato appoggio dell’Egitto e la conclusione ne furono il sacco di Gerusalemme dell’estate 587, la successiva, pur parziale deportazione babilonese e l’annessione di Giuda come provincia neobabilonese.
Lo stato ebraico quindi non è più indipendente.
Vissuto nel 6° secolo a.C., Ciro II il Grande fu un personaggio straordinario, celebrato dagli antichi per le sue grandi imprese. Conquistò la Media, la Lidia e l’Impero babilonese, dando vita all’Impero persiano. Durante il suo regno gli Ebrei, deportati a Babilonia da Nabucodonosor, poterono fare ritorno in Palestina.
Quando Ciro il grande conquistò Babilonia (539 a.C.) e concesse agli Ebrei, deportati a Babilonia da Nabucodonosor, di ritornare nella loro patria cioè di ritornare in Palestina. Ciro si fece carico anche della ricostruzione del tempio di Gerusalemme, che i Babilonesi avevano distrutto. Vissuto nel 6° secolo a.C., Ciro II il Grande fu un personaggio straordinario, celebrato dagli antichi per le sue grandi imprese. Conquistò la Media, la Lidia e l’Impero babilonese, dando vita all’Impero persiano.
Gli Ebrei però continuarono a dipendere dall’Impero persiano. Poi passarono sotto la dominazione di Alessandro Magno (331 a.C.) e dei re d’Egitto (Tolomei).
Finalmente nell’anno 63 a.C. la Palestina diventa provincia romana.
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