Alla morte di Salomone si ebbe una divisione del regno ebraico. Il Regno si sdoppiò in due regni: Regno di Israele a Nord, a Nord di Gerusalemme, e il Regno di Giuda a Sud che andava da Gerusalemme fino a Elat sul Mar Rosso. Il Regno del Sud fu sempre governato da discendenti del re David; quello a Nord ebbe una serie di dinastie diverse. Il regno del Nord, nella visione biblica, fu più sincretista e idolatrico di quello a Sud, e fu punito da Dio con la distruzione avvenuta nel 721. Nel 722 a.C., il Regno di Israele cadde sotto gli Assiri.
Il regno di Giuda durò fino al 586 a.C., quando Gerusalemme fu conquistata e il tempio distrutto da Nabucodonosor. Il regno di Giuda cadde, nel 586 a.C., sotto i Babilonesi, i quali portarono a Babilonia gran parte degli ebrei come schiavi, nel periodo di Nabucodonosor. Questo stato di prigionia babilonese fece molto soffrire il popolo ebraico, il quale tuttavia non si piegò né si confuse con le popolazioni in mezzo a cui si venne a trovare; e mantenne intatta la propria fede.
Ma la situazione politica nei due regni appariva fin dall’inizio assai diversa.
Il regno di Giuda era abbastanza stabile ed era fedele alla casa di David. Il regno aveva nel suo territorio Gerusalemme, sede del santuario comunitario.
In Israele, invece, la monarchia era più debole e meno stabile del regno di Giuda. La situazione era difficile sia all’interno che all’esterno del regno.
Nel Sud i primi re di Giuda iniziarono azioni di guerra ai confini settentrionali per difendere Gerusalemme, troppo esposta presso il confine, strappando a Israele alcuni territori.
In questo periodo si costituì il regno aramaico di Damasco.
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