Salvatore Quasimodo, poesia, ermetismo

Salvatore Quasimodo nasce a Modica nel 1901. Molto presto lascia la Sicilia per stabilirsi a Firenze, dove conosce gli ermetici. Dopo il diploma frequenta l’università a Roma dove studia Ingegneria ed entra in contatto con alcuni intellettuali Italiani tra cui Montale. Pur essendo antifascista non partecipa alla Resistenza.

Nel 1959 riceve il Premio Nobel. La sua raccolta poetica più famosa è “Ed è subito sera”, che racchiude e conclude l’Ermetismo, all’interno della quale ci sono anche poesie di guerra.

Nella poetica di Quasimodo la sua terra d’origine assume un ruolo determinante. Egli la vede come culla della pace e della serenità interiore. Successivamente si concentra sulla solitudine che affligge l’essere umano.

Inizialmente le sue poesie rappresentano la sua condizione esistenziale ed hanno un carattere fortemente ermetico: un lessico ricercato e raro e una sintassi difficile e complessa.

Successivamente passa a una poesia più concreta e “calata” nella Sicilia.

Nella sua poesia si avverte l’amore per la cultura classica, l’attenzione per tutti i problemi umani, una visione pessimistica del destino dell’uomo, il rimpianto per il mondo dell’infanzia, e quindi il desiderio di ricostruire i valori calpestati dall’umanità e l’urgenza di poter esprimere la propria pena di uomo, sentendola come comune a tutti gli altri uomini.

Nella prima parte della sua carriera letteraria è ispirato dalla Sicilia e dal suo mare. È l’epoca a cui appartiene “Acqua e Terre”.

“La Raccolta del giorno dopo”, datata 1947, è frutto del passaggio di Quasimodo attraverso la guerra. Questo periodo vede un Quasimodo attento ai temi civili, che scrive in maniera più aperta, esplicita e argomentata: vuole farsi capire. Quasimodo comincia a dedicare i suoi versi a riflessioni dirette, opponendosi al regime fascista e alla guerra, percepita con orrore.

Poesie di Salvatore Quasimodo

ED E’ SUBITO SERA

Ogni uomo vive in solitudine, (credendo di essere) al centro del mondo, colpito da un raggio di sole. Il raggio di sole è metafora di vita e felicità, che però si trasforma in un’arma, essendo accostato al verbo trafiggere. Il raggio di sole è la spada. E in un attimo arriva la sera; la sera simboleggia la morte, che arriva in maniera fulminea, senza che ci si renda conto che la propria esistenza volge al termine.

SPECCHIO

La poesia “Specchio” è prima di tutto un omaggio alla Primavera, stagione della rinascita, del rifiorire della vita e della natura. La primavera simboleggia la rinascita interiore. L’immagine di un tronco apparentemente sulla via del declino e dalla corteccia nasce la nuova vita sono anche una rappresentazione dello stato d’animo del poeta. Insieme alla natura, l’animo rifiorisce, ritorna a vivere e sperare.

NESSUNO

Qui Quasimodo esprime profondamente la sua solitudine. “le strade son buie”, “cuore di tristezza” esprimono solitudine e suscitano delle sensazioni di tristezza e malinconia. Guardando entro se stesso, il poeta si ritrova povero fanciullo, pauroso di morire. Egli riflette riflettere sul fatto che a volte non si ha nessuno col quale confidarsi, una spalla e la morte lo chiama per liberarlo da tutte le cose della vita che hanno a loro volta un cuore di tristezza.

ALLA NUOVA LUNA

È un’opera incentrata sulle differenze tra la creazione divina e quella umana. La scrisse in occasione del lancio del satellite Sputnik. Il poeta vede l’avventura nello spazio come una sfida all’opera Creatore, il poeta vi intravede la realizzazione dello sforzo dell’uomo di emulare Dio.

Ma la poesia ha come significato principale quello di far riflettere l’uomo che cerca di scoprire cose impossibili (ad esempio lo spazio) invece di cimentarsi a risolvere problemi nel mondo in cui viviamo.

GIA’ LA PIOGGIA È CON NOI

Parte dalla descrizione del paesaggio naturale, degli animali e della natura che suscitano cambiamenti interrompendo la quiete, in contrapposizione agli uomini che sono statici e immobili nelle loro giornate monotone, ripetitive e noiose.