Seconda guerra mondiale

La seconda guerra mondiale

Il secondo conflitto mondiale, cioè la seconda guerra, scoppiò dopo vent’anni dalla prima guerra mondiale. Il secondo conflitto mondiale fu una guerra che durò dal 1938 al 1845 e coinvolse tutti i continenti.

Seconda guerra mondiale

Le dure sanzioni imposte dalla Germania, le conseguenze della crisi economica del 1929 e la debolezza della società delle Nazioni Unite furono i tre principali fattori scatenanti.

A capo della Germania vi era Hitler. Nel 1934, dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg, Hitler si attribuì per legge il titolo di Führer e Cancelliere del Reich, accentrando nelle sue mani i poteri dello Stato e instaurando un regime dittatoriale. Nel 1938 iniziò la sua politica espansionistica con l’annessione dell’Austria alla Germania (Anschluss). Era il 12 marzo 1938. Così egli poneva le basi della Grande Germania.

Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta principalmente all’espansione della Germania a spese delle popolazioni dell’Europa orientale. Nell’estate del 1939 Hitler, per assicurarsi la neutralità dell’Unione Sovietica, stipulò con essa un patto di non aggressione (il patto Molotov-Ribbentrop) con Stalin, definendo anche i criteri per la spartizione del territorio polacco. Con l’Italia stipulò il “PATTO D’ACCIAIO”. In seguito si unì anche il Giappone attraverso il “PATTO TRIPARTITO”.

In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, la Germania giunse a invadere la Polonia il 1º settembre 1939, provocando così lo scoppio della seconda guerra mondiale.

Quindi la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania il 3 settembre 1939.

Nel giro di poche settimane le truppe polacche furono abbattute e i tedeschi occuparono tutte le regioni occidentali del Paese compresa la capitale Varsavia. Frattanto l’Unione Sovietica di Stalin occupò le città polacche orientali e l’anno seguente le repubbliche del baltico: Lettonia, Estonia, Lituania.

Nel frattempo la Wehrmacht occupava Amsterdam  e le divisioni corazzate tedesche sbaragliavano i nemici sulla Mosa. Il 14 giugno 1940 cadde Parigi e il 23 la Francia si arrese.

Così la Francia settentrionale restò sotto la dominazione tedesca e la meridionale fu affidata al Governo Collaborazionista del maresciallo Petain, con sede a Vichi.

Ma non tutti i francesi si erano arresi. Il generale francese Charles De Gaulle, fuggito a Londra, costituì il governo in esilio della Francia libera e arruolò soldati francesi per combattere al fianco dell’Inghilterra contro il nemico comune: Hitler.

Il capo di stato inglese Winston Churchill raccolse tutte le forze per combattere contro la Germania. Dopo la vittoria contro la Francia, Adolf Hitler comandò di bombardare l’Inghilterra con aerei e per la prima volta usò il radar. La Luftwaffe (aviazione tedesca) perse 1700 aeri contro i 900 dell’Inghilterra.

Dopo una strenua difesa e durissimi bombardamenti, Hitler fu costretto a ritirarsi da Londra.

Il 10 giugno 1940 l’Italia dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, schierandosi così al fianco della Germania.

Qualche mese dopo, il 25 ottobre, Mussolini decise di attaccare la Grecia partendo dall’Albania. L’esercito Greco resistette ed occupò addirittura l’Albania. Per liberare l’esercito italiano fu necessario l’intervento dell’esercito tedesco che sopraggiunse attraverso la Jugoslavia.

Il 21 giugno 1941 la Germania attaccò l’Unione Sovietica. Impreparato nonostante i due anni guadagnati col patto di Molotov Ribbentropp, l’esercito sovietico subì gravi perdite.

Con l’inverno russo, l’esercito sovietico si riprese perché i tedeschi non erano abituati al gelo e al fango. I Russi usarono la tecnica della “terra bruciata”, ossia distruggevano tutti i viveri in modo che i tedeschi non trovassero né da mangiare né da bere.

L’armata tedesca si fermò nel 1941-42 e riprese ad assediare Mosca e Stalingrado nell’estate 1942, cercando di avvicinarsi ai pozzi di petrolio (nel Caucaso). Anche l’Italia fascista partecipò a fianco delle truppe tedesche all’aggressione della Russia. L’Italia ebbe gravi perdite di soldati che morirono o non diedero più notizie di loro. Nell’inverno russo vennero a mancare scarpe adatte, abiti pesanti, alimenti e combustibile per riscaldarsi.

Migliaia di soldati italiani morirono in mezzo alla neve e al ghiaccio. Altri morirono di fame nei campi di prigionia sovietici.

Il 7 dicembre 1941, alle prime luci dell’alba, il Giappone attaccò di sorpresa la flotta americana nella baia di Pearl-Harbur, nelle isole Hawaii. Il durissimo colpo subito dagli statunitensi a Pearl-Harbur provocò l’ingresso nella seconda guerra mondiale degli USA. Nell’opinione pubblica statunitense si diffuse un forte sentimento di riprovazione e di odio verso il Giappone per quello che il presidente Franklin Delano Roosevelt definì, nel suo discorso alla nazione, come Day of infamy (“giorno dell’infamia”).

Dopo la terribile sconfitta, gli USA si organizzarono per intervenire contro il Giappone e partecipare anche alle battaglie della II guerra mondiale che si combattevano in Europa.

Verso la metà del 1942, chi non era nazista, come gli ebrei, gli zingari, gli oppositori politici, i partigiani, i russi, gli slavi e gli omosessuali, insomma, tutti quelli che i nazisti consideravano di razza inferiore, venivano deportati nei lager.

In questi campi morirono dai 5 ai 6 milioni di ebrei.

Intanto in Italia nascevano i movimenti di resistenza armata “i partigiani”, che fronteggiavano i nazisti.

Verso la metà del 1943 gli americani con le loro truppe sbarcarono in Italia liberando tutto il sud. L’8 settembre 1943 Pietro Badoglio firmò l’armistizio e la resa dell’Italia.

Ma mentre in Italia si combatteva la resistenza, gli Americani, il 6 giugno 1944 sbarcarono in Normandia (Francia) con 1.500.000 uomini e decine di migliaia di carri armati e di aerei.

Grazie anche alle sue decisioni e alla sua determinazione, i primi anni del conflitto videro impressionanti vittorie. Ciò permise al Terzo Reich di dominare gran parte dell’Europa e che sembrarono dimostrare l’invincibilità della Wehrmacht. Tuttavia, a partire dal 1942, con il formarsi della potente coalizione degli Alleati anglo-americano-sovietici, la Germania dovette passare sulla difensiva e subire gli attacchi sempre più efficaci dei suoi nemici. Abbandonato dagli alleati, logorato dalle continue sconfitte e in condizioni fisiche e psichiche sempre più precarie, Hitler rifiutò di cedere le armi e continuò a resistere ostinatamente. Rimasto bloccato con le truppe a lui fedeli in una Berlino ormai accerchiata dall’Armata Rossa, si suicidò nel suo bunker il 30 aprile 1945 insieme alla compagna Eva Braun, che aveva sposato il giorno prima.

Nel Pacifico la guerra terminò qualche mese più tardi, nell’agosto 1945. Gli USA continuavano a combattere contro il Giappone che non voleva cedere, nonostante la sconfitta dei suoi alleati europei. Gli USA lo costrinsero alla resa con una decisione tragica.

Il Presidente americano Truman ordinò di sganciare sulla città giapponese di Hiroshima una bomba atomica. La mattina del 6 agosto 1945, alle ore 8:15, l’aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica Little Boy sulla città di Hiroshima. A tale bombardamento fece seguito, tre giorni dopo, un altro sgancio atomico; stavolta fu il turno di Fat Man su Nagasaki.

Era la prima volta che una bomba atomica veniva usata in una guerra: le conseguenze provocate dalle emanazioni radioattive dello scoppio avrebbero sconvolto la vita degli abitanti di queste due città per molti anni.
Il 15 agosto 1945 il Giappone si arrese e la seconda guerra finì il 2 settembre 1945 quando il Giappone firmò la resa incondizionata.

Il 25 aprile 1945 l’Italia viene liberata dai nazisti, Mussolini fu catturato dai partigiani e fucilato.

In data 25 aprile in Italia è la festa della liberazione.

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