Nonsense (Por favor!)

Nonsense (por favor!)

“Nonsense (por favor!)” – Un componimento di Vitalba Santoro

“Nonsense (por favor!)” è una poesia divertente e leggera di Vitalba Santoro che gioca con le parole e le categorie, mescolando stili musicali, animali, e tipi di persone in un ritmo brillante e veloce. Il componimento è un esercizio di nonsense. Qui il significato logico viene sovvertito per lasciare spazio a giochi di parole, suoni e immagini bizzarre. Solo apparentemente leggero, questo genere invita il lettore a riflettere su come le etichette e le classificazioni influenzano il nostro modo di vedere il mondo.

Il gioco delle coppie

Fin dalle prime righe, la poesia ci trascina in un elenco di opposti e alternative, accostando generi musicali come pop, folk, jazz e rock, fino a trasformare la serie in coppie di animali, personaggi dei cartoni e altre dicotomie della cultura popolare. Vediamo così comparire Tom e Jerry, e poi una serie di opposti stilistici e personali, come chi è lucky (fortunato) e chi no, chi è trendy e chi è dandy. Il ritmo incalzante e l’uso di termini in inglese rendono il componimento particolarmente dinamico, mentre la chiusura ironica con “por favor” sembra quasi invocare una pausa da questo flusso continuo di etichette.

Il nonsense e la critica sociale

Anche se la poesia è scherzosa e divertente, non è priva di significato. Il genere del nonsense spesso sottolinea l’assurdità delle categorie che usiamo per descrivere il mondo e le persone. Le righe in cui si accostano gusti musicali, animali e tratti della personalità evidenziano quanto facilmente possiamo mettere tutto e tutti in “scatole” predefinite. La poesia però ci fa capire che queste classificazioni non dicono davvero nulla di importante. Ad esempio, essere pop o rock, essere whisky o brandy, non cambia il valore o l’essenza di una persona.

Umorismo e linguaggio

La poesia trova il suo punto più alto nel gioco linguistico tra italiano e inglese. Il verso “you speak English? Yes, I no” è un classico esempio di humour basato sull’errore linguistico, un tipo di battuta che diverte per la sua semplicità e per il contrasto tra il linguaggio corretto e l’errore. In questo caso, l’autrice scherza con la tendenza di molti a usare l’inglese, anche quando non lo padroneggiano perfettamente. L’umorismo leggero qui diventa una riflessione sulla globalizzazione linguistica e culturale, in cui a volte ci si lancia in una lingua straniera senza averne davvero la padronanza.

Un invito alla leggerezza

Concludendo con un ironico “Ma ora basta, por favor!”, la poesia sembra chiedere una tregua da tutte queste etichette e categorie. È un invito a prendersi meno sul serio, a non classificare ogni aspetto della nostra vita o delle persone che incontriamo. Ciò perché in fondo, come il nonsense suggerisce, il mondo è più divertente e interessante se accettiamo il caos e l’irrazionalità delle cose.

Perché è importante il nonsense

Il nonsense è spesso visto come un modo per liberarsi dai vincoli della logica e del significato, permettendo alla fantasia e all’umorismo di prendere il sopravvento. Tuttavia, componimenti come quello di Santoro ci mostrano che anche il nonsense può essere uno strumento per riflettere su aspetti più profondi della società. In “Nonsense (por favor!)”, l’autrice gioca con le etichette e le identità, ma allo stesso tempo ci invita a guardare oltre le categorie superficiali che usiamo per giudicare noi stessi e gli altri.

Conclusione

Vitalba Santoro, con la sua poesia “Nonsense (por favor!)”, ci regala un momento di leggerezza e riflessione. Attraverso il gioco di parole e di accostamenti improbabili, ci invita a ridere delle nostre stesse abitudini di classificare e definire ogni cosa. Questo breve componimento è un esempio perfetto di come l’umorismo e la poesia possano andare a braccetto per trasmettere messaggi più profondi, mentre ci si diverte con il linguaggio e la sua capacità di essere, a volte, completamente assurdo.

Nonsense (Por favor!)
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