Ecco il mesostico “GIUBILEO” di Costanza De Luca: poesia e fede per i giovani in cammino Il Giubileo dei Giovani volge al termine il 3 agosto, ma la sua voce poetica continuerà a risuonare.
Con parole che si intrecciano come passi in processione, Costanza De Luca firma un mesostico delicato e potente, un inno silenzioso dedicato all’esperienza del Giubileo dei Giovani, che si chiude ufficialmente il 3 agosto ma lascia nei cuori una traccia luminosa.
Ogni lettera della parola GIUBILEO si trasforma in colonna portante di un messaggio universale:
Questo mesostico è più di un gioco di versi. È preghiera, memoria, visione. Costanza ci accompagna attraverso un ritmo sommesso ma vibrante, dove si snodano temi di fede, gioia, pellegrinaggio e speranza. Ogni parola è scelta con cura, come un passo sul sentiero spirituale che i giovani percorrono insieme.
“Nel mondo”, ma non del mondo: i pellegrini che emergono da questi versi portano dentro sé la luce di qualcosa di antico e rinnovato. La Biblica preghiera non è solo citata — viene vissuta, camminata, celebrata.
Il Giubileo dei Giovani, in questa visione poetica, non è solo un evento. È un tempo sacro di consapevolezza, un invito a sentirsi parte di una storia più grande, fatta di fede condivisa e domande luminose. E il mesostico diventa una sorta di icona mistica, un canto personale che raccoglie l’esperienza collettiva.
Costanza De Luca firma, ma è come se migliaia di giovani avessero dato voce a questi versi. E anche quando il Giubileo chiuderà i suoi giorni, questa piccola poesia continuerà ad essere voce e ponte, tra cielo e terra.
Curiosità
Durante il Giubileo del 2000, Papa Giovanni Paolo II fece aprire una Porta Santa in ciascuna delle quattro Basiliche maggiori di Roma. Ma quello che pochi sanno è che la tradizione della Porta Santa risale al 1300, quando Bonifacio VIII la aprì per la prima volta nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Era un gesto simbolico di passaggio dalla vita peccaminosa alla vita nuova.
Ogni pellegrino che attraversa quella porta lo fa con cuore aperto, e questo gesto diventa una piccola liturgia della speranza. Proprio come i versi del mesostico di Costanza De Luca, che ci invitano a camminare “come pellegrini di speranza nel mondo.”
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