Ecco il mesostico GAZA di Costanza De Luca: un’invocazione di pace
Nel cuore delle parole si cela spesso un messaggio silenzioso, che aspetta di essere colto. Il mesostico GAZA di Costanza De Luca è un esempio di questa forza espressiva, capace di trasformare un semplice componimento in un grido universale.
La struttura del mesostico non è casuale: la parola “GAZA” si svela nelle lettere iniziali dei versi, dando forma a un racconto essenziale ma potente.

Un’immagine evocativa e diretta: un gesto di speranza, un simbolo di pace che si affaccia sul mondo. Il lenzuolo bianco, elemento centrale del componimento, richiama il desiderio di tregua, un invito a fermarsi e a riflettere su ciò che unisce, anziché su ciò che divide.
Costanza De Luca, con poche parole, costruisce una scena familiare e tangibile. Il balcone diventa un punto di osservazione sul mondo, un luogo da cui esprimere la volontà di un futuro senza conflitti.
Il mesostico di Costanza si inserisce in una lunga tradizione poetica che usa la disposizione delle lettere per veicolare significati profondi. Ma qui c’è qualcosa di più: l’urgenza di un messaggio che, pur essendo personale, assume una dimensione collettiva.
Nel suo breve componimento, l’autrice ci invita a guardare oltre la superficie delle parole, a cogliere i simboli nascosti e a riflettere sul valore della pace.
Un lenzuolo bianco che si solleva al vento può sembrare un gesto semplice, ma diventa un segno universale quando a sostenerlo è la volontà di un cambiamento.
Questa immagine semplice, facile da colorare, permette ai bambini di riflettere sulle emozioni che evoca il mesostico di Costanza De Luca. Attraverso il gioco e la creatività, anche i più piccoli possono comprendere che ogni gesto, anche il più semplice, può diventare un ponte verso un futuro senza conflitti.

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