Perché sono importanti le date nella storia?
Tutti sanno che le grandi strade si dividono in tanti chilometri, affinché si possa conoscere via via di quanto ci si è allontanati dal punto di partenza.
Anche la storia, cioè il passato, viene diviso in tanti anni, affinché si possano collocare mentalmente e con esattezza, gli avvenimenti lungo questo cammino: cioè per fissarne la data. Lo studio delle date si chiama cronologia, dalla parola greca krònos=tempo. Senza una cronologia sarebbe impossibile lo studio della storia.
Ma qual è il punto di partenza che ci permette di dire, per esempio, che ora siamo nel 2021? Il punto di partenza è costituito dal più grande avvenimento di tutta la storia: la nascita di Gesù Cristo, cioè la discesa in terra del figlio di Dio. L’anno 2021 è appunto il duemilaventunesimo anno dalla nascita di Cristo.
Ma Cristo non è venuto al mondo nel primo anno della creazione dell’uomo; bensì dopo decine di migliaia di anni di preistoria, e dopo migliaia di anni di storia: precisamente dopo 7 secoli e mezzo dalla fondazione di Roma.
Cosicché nella storia di Roma e degli altri popoli, gli anni e i secoli trascorsi prima di Cristo sono indicati partendo sempre dalla nascita di Cristo, ma andando all’indietro. Si dice, per esempio, che Roma è stata fondata nel 753 prima di Cristo e si scrive 753 a. C., perché partendo dalla nascita di Cristo, e andando all’indietro, si trova che Roma è stata fondata nel settecento cinquantatreesimo anno.
Si parla quindi di due grandi Ere o Età; l’Era prima di Cristo (a. C.) e l’Era dopo Cristo (d. C.).
L’Era dopo Cristo si dice Era Cristiana perché accettata da tutti dopo l’avvento del Cristianesimo, specialmente in Europa. Per l’Era dopo Cristo quanto più è alto il numero che indica la data, tanto più la data è lontana dal punto di partenza (la nascita di Cristo) e tanto più è vicina a noi; invece per l’Era avanti Cristo quanto più è alto il numero che indica la data, tanto più la data è lontana al punto di partenza (la nascita di Cristo) e tanto più è lontana da noi.
Per una data dell’era prima di Cristo si mettono le parole “avanti Cristo”, abbreviate, ad esempio si scrive 753 a. C.; per una data dell’era dopo Cristo, le parole “dopo Cristo” (d. C.) si usano soltanto quando potrebbe nascere confusione. Si dice per esempio che l’Impero romano finì nel 476 d. C.; ma non sarebbe il caso di dire che la Rivoluzione francese scoppiò nell’anno 1789 d. C.
Quando di un avvenimento basta dire che esso si verificò in una certa epoca, senza precisare l’anno, e soprattutto quando si parla non di singoli fatti specifici (per esempio la morte di Cesare), ma di grandi fenomeni che si maturano lentamente (per esempio la fondazione in Italia delle colonie greche), si usa il centinaio di anni, cioè il secolo, indicato con l’ordinale, in numeri romani.
Anche i secoli si distinguono a seconda che sono dopo o prima di Cristo.
I primi cento anni dopo Cristo costituiscono il primo secolo d. C.; i cento anni a cominciare da Cristo, e andando all’indietro, costituiscono il primo secolo a. C.; Roma fu fondata nel secolo VIII a. C., e la caduta dell’Impero romano nel secolo V d. C.
A prima vista può sembrare non corretto parlare di “secolo VIII a. C.” per la fondazione di Roma avvenuta nel 753; e di “secolo V d. C.” per la caduta dell’Impero romano avvenuta nel 476. È facile però rendersi conto come al centinaio della data non corrisponda il numero ordinale del secolo, il quale risulta sempre superiore di una unità (anno 650=secolo VII); basta osservare lo schema nella foto che segue; al quale sarà utile fare sempre ricorso, in caso di dubbio.
L’anno 100 è il primo secolo II; l’anno 200 è il primo del secolo III ecc.
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