Il jazz è uno stile musicale nato agli inizi del XX secolo negli stati meridionali degli USA e piano piano si è diffuso nel mondo riscuotendo grande successo. È l’evoluzione di forme musicali già utilizzate dagli schiavi afroamericani, ovvero degli schiavi deportati dall’Africa dai colonizzatori europei perché lavorassero nelle piantagioni.
Nel jazz i musicisti esprimevano la loro disperazione e rivendicavano i loro diritti.
New Orleans è la capitale di questo stile musicale. Piccole band si esibivano per le vie della città suonando a orecchio, senza l’aiuto di spartiti.
Questo genere di musica ha una sonorità diversa e unica rispetto agli altri generi musicali, una sonorità eterogenea, poco amalgamata, molto vivace e brillante. Le sue caratteristiche hanno influenzato moltissimi generi musicali negli anni a venire.
Sul finire dell’Ottocento nella città di New Orleans nascono le prime band le quali ottengono un successo crescente che le porta ad uscire dai quartieri neri per suonare nei locali della città.
Durante la prima guerra mondiale i musicisti suonavano anche nei locali notturni di Chicago e presto a New York si diffonde la grande passione per il jazz, che coinvolge ben presto anche i musicisti bianchi. Inoltre, alla strumentazione iniziale composta di sette strumenti se ne aggiungono altri e le grandi case discografiche cominciano a pubblicare brani di jazz.
Tra i migliori musicisti di jazz figurano afroamericani poi affiancati da italoamericani. Nota è la Original Dixieland Jazz Band ossia la banda che diffuse il jazz in U.S.A. producendo molti dischi e altrettanto noto è il jazzista Louis Armstrong che diffuse detto genere musicale a Chicago.
Con l’aiuto della radio, che rende possibile la diffusione su scala nazionale, i jazzisti incontrano un notevole successo.
Dagli adattamenti avvenuti negli anni è poi nato lo swing, una musica dinamica e vitale con un ritmo regolare, molto marcato e di facile ascolto.
Nasce poi il bebop e a partire dagli anni Ottanta la “fusion jazz”. Si utilizza il termine inglese fusion per indicare le contaminazioni fra generi musicali diversi.
Dopo gli anni 70 il jazz è entrato a pieno diritto nella cosiddetta musica colta, entrando quindi nei corsi tenuti nelle scuole musicali e nei Conservatori.
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