In linguistica il termine ipocoristico indica la forma mutata, perlopiù abbreviata o accorciata, di un nome di persona con valore affettivo e vezzeggiativo.
Etimologia, significato, esempi
L’i. è cioè una mutazione del nome, ed è pure quello che impropriamente conosciamo come diminutivo di un nome proprio qual è Lele anziché Daniele o Marisa invece di Maria Luisa o Enzo al posto di Vincenzo di Lorenzo, di Innocenzo, di Crescenzo o di Fiorenzo.
Sono un ipocoristico anche cadute e troncamenti di sillabe iniziali, finali, interne, raddoppi di sillabe, perni sugli accenti tonici escludendo tutto ciò che li precede o segue, esempio Simo per Simonetta a Dante per Durante.
Nuccio è, invece, un ipocoristico aferetico, cioè un raccorciamento per eliminazione di suoni all’inizio di una parola (aferesi), di un nome personale maschile.
“Nuccio” deriva da Carminuccio o Antonuccio o anche da Adriano, Berardino, Cristiano, Damiano, Fabiano, Gioacchino, Leone, Savino, Stefano, Valentino, Valeriano, ecc. Non è facile però risalire, ad esempio, al nome da cui deriva Cia; forse trattasi di Lucia.
Talvolta gli ipocoristici possono essere sottoposti a varie forme di manipolazione, tanto profonde da rendere talora irriconoscibile la parola base da cui deriva il nome manipolato. Questo succede con gli ipocoristici di nomi esotici, ad esempio, Vania e Tania, che stanno per Ivan e Tatiana (si noti che
nel primo caso la vocale finale a rende ancora più difficile risalire a un nome di genere maschile), ma succede pure con nomi della nostra tradizione.
Altra caratteristica degli ipocoristici è che ciascuno di essi può corrispondere a diversi nomi, come già visto per “Nuccio”.
Al maschile
- “Lello”, ad esempio, è ipocoristico di tutti i nomi che terminano in -ello ed -elio: Aurelio, Gabriello, Raffaello, Aniello, ecc.
- A “Lino” corrispondono Angiolino, Natalino, Nicolino, Pasqualino, Paolino, Rosolino, ecc.
- “Nello” conduce a Antonello, Bastianello, Brunello, Daniello, Donatello, Giovannello e altri antroponimi simili
- “Nino” riporta a Luciano, Gaetano, Stefano, ecc
- “Gino” conduce prevedibilmente ad Angelo, Biagio, Giorgio, Giovanni, Luigi, Remigio, ecc.
- “Rino” corrisponde a Gennarino, Severino, Ottorino, Marino, Vittorino, ecc.
- Lo stesso dicasi per “Nico”, ipocoristico di Nicola; ma anche per “Gio”, che non solo è ipocoristico di Giovanni, Giorgio, Gioacchino, Giocondo e altri, ma, addirittura, può essere anche usato per indicare l’inglese Joe.
Al femminile
- “Lella” è ipocoristico anche di forme vezzeggiative come Antonella, Graziella, Luisella, ecc.
- “Lina” conduce a Angelina, Carolina, Michelina, Natalina, Nicolina, Pasqualina, Paolina, ecc.
- ”Nella” guida verso Antonella, Donatella, Brunella, Ornella, ecc
- “Gina” riporta ad Angela, Giovanna, Luigia, Teresa, ecc
- “Nina” corrisponde ad Anna, Antonina, Giannina, Gaetanina, ecc
- A “Rina” corrisponde Caterina, Marina, Severina, ecc.
Da Domenico invece si può ricavare sia Mico sia Mimì.
Il termine ipocoristico deriva dal greco hypokoristikós, che a sua volta è un derivato di hypokorízomai che significa appunto “chiamo con voce affettuosa”.
Ecco i vari modi di comporre un ipocoristico:
- raddoppio di una sillaba interna al nome (es. Salvatore → Totò; Carmine → Mimì)
- caduta di tutte le sillabe protoniche del nome, cioè di quelle che precedono le sillabe con l’accento tonico (es.: Al-bèr-ta → Berta; Ro-bèr-ta → Berta);
- troncamento delle sillabe che seguono l’accento tonico, solitamente usato per rivolgersi direttamente alla persona (es. Antò-nio → Antò; Marì-a → Marì; Tibè-rio → Tibè;);
-
raddoppio della sillaba finale del nome, utilizzandone l’ultima consonante come iniziale (es.: Da-niè-le → Lele);
- troncamento alla seconda sillaba del nome, con perdita delle successive sillabe e spostamento dell’accento tonico sulla prima sillaba dell’ipocoristico ottenuto (es. Si-mó-na → Sì-mo);
- troncamento dei vezzeggiativi formati coi suffissi ino, ina, etto, etta, uccio, uccia, perdita delle sillabe che precedono il suffisso e mantenimento del fonema che lo precede (es. Anna → Ann-ina → Nina; Luciano → Lucian-ino → Nino; Stefano → Stefan-ino → Nino; Còsimo → Cosim-ino → Mino; Concetta → Concett-ina → Tina; Pasquale → Pasqual-ino → Lino; Romualdo → Romuald-uccio → Duccio; Assunta → Assunt-ina → Tina)
- contrazione del nome, per caduta di una o più consonanti e vocali interne, è il meccanismo più comune (es.: Durànte → Dante; Giovànni → Gianni; Veronica → Vera; Rossella → Rosa). Ma la contrazione è diffusa anche nel caso di nomi doppi o composti (es.: Maria Luisa → Marisa; Maria Gabriella → Mariella; Pier Luigi → Pigi; Marco Antonio → Marcantonio; Anna Isabella → Annabella; Maria Antonietta → Marietta)
La quantità di termini ipocoristici è infinita perché ciascuno di noi può creare un’associazione affettuosa, che diventa poi un linguaggio tra familiari ed amici.
In molte lingue straniere quali ad esempio l’inglese, il francese e il tedesco, le forme ipocoristiche sono semplicemente l’abbreviazione del nome.
Dominic, Dominick, Don (inglese);
Archie è un diminutivo di Archibald (inglese);
Carrie è diminutivo di Caroline (Inglese);
Ben è diminutivo di Benjamin, Joe le è di Joseph e Alex di Alexander (Inglese);
Dominikus, Dominik, Kus (tedesco);
C’è poi il maschile Domenikos, Kiriakos (greco) e il corrispettivo femminile Doménika, Kiriaka (greco); ecc.
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