Il re Hammurabi fu il re più famoso del periodo del primo impero babilonese (2000 a.C. circa). Fu il sesto re della I dinastia di Babilonia e regnò dal 1792 al 1750 a.C. Il re si impegnò in una serie di campagne militari che lo portarono alla conquista di molti territori. Il suo regno si estendeva su una superficie di 34.000 km2. La creazione di un impero così vasto gli impose un’opera di riorganizzazione, a cui egli si dedicò. L’opera consisté nel riordino delle finanze dello Stato e nella promozione dello sviluppo dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’economia e del commercio. Il re provvide a regolare il corso dei fiumi e fu artefice di altre opere che diedero prosperità al suo regno.
Ma il re Hammurabi fu anche un grande legislatore. Egli è famoso soprattutto per aver fatto riunire in un unico codice legislativo, chiamato codice Hammurabi appunto dal suo nome, tutte le leggi che regolavano la vita del suo popolo. Il codice abbraccia molte delle possibili situazioni dell’umano convivere del tempo, dai rapporti familiari a quelli commerciali ed economici, dall’edilizia alle regole per l’amministrazione del regno e della giustizia. Le leggi sono molto dettagliate, e questo ha fornito un aiuto prezioso agli archeologi, consentendo loro di ricostruire importanti aspetti pratici della società mesopotamica.
Il codice di Hammurabi è giunto sino a noi, scolpito su una colonna
Si tratta di leggi sagge le quali garantivano ai cittadini l’uso dei loro beni e il rispetto dei loro diritti, cioè una vita ben regolata e pacifica. Il codice puniva severamente chi rubava e chi diceva il falso; ordinava ai proprietari di tenere in efficienza le dighe che attraversavano i loro fondi, per impedire pericolose inondazioni. Ma la norma più importante, per la storia della civiltà, è quella per la quale chi aveva un debitore che non pagava il debito, aveva il diritto di tenerlo presso di sé e di farlo lavorare. Ma non poteva trattarlo come uno schiavo, né poteva trattenerlo per un periodo superiore a tre anni. In questo modo il debitore poteva pagare il suo debito.
In campo penale il codice introduce la Legge del taglione e la pena capitale. La pena per i vari reati è infatti spesso identica al torto o al danno provocato: occhio per occhio, dente per dente. È la legge secondo la quale si infigge all’offensore lo stesso male che egli ha recato all’offeso. Ad esempio la pena per l’omicidio è la morte: se la vittima è il figlio di un altro uomo, all’omicida verrà ucciso il figlio; se la vittima è uno schiavo, l’omicida pagherà un’ammenda, commisurata al “prezzo” dello schiavo ucciso. Il sovrano probabilmente con questo codice tentò di arrestare il processo di corruzione e di risollevare la coscienza morale del paese.
Il taglione perdurò nel medioevo, ma assunse via via carattere incruento, sostituendo pene pecuniarie e obblighi morali alle punizioni fisiche.
Fino al 2021, prima del ritrovamento di codici più antichi come quello di Ur-Nammu e di Lipit-Ihštar. il Codice di Hammurabi è stato ritenuto la più antica legge dell’umanità.
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