I giorni della merla

I Giorni della Merla

I Giorni della Merla: tra tradizione e poesia

“I Giorni della Merla” è una delle più affascinanti tradizioni legate alla fine di gennaio, spesso considerati i giorni più freddi dell’anno. Vitalba Santoro, attraverso una graziosa filastrocca, ci regala una rilettura poetica e leggera di questa leggenda, trasformandola in una storia dolce e suggestiva.

La filastrocca racconta di una famiglia di merli dal piumaggio candido, che affronta il rigido inverno in un piccolo paesino imbiancato dalla neve. Il gelo è così intenso da spingerli a cercare rifugio vicino a un camino fumante per scaldarsi. Ma il calore del camino, pur salvandoli dal freddo, trasforma il loro aspetto: le loro piume si tingono di nero come il carbone. Ed è per questo, suggerisce la poesia, che oggi tutti i merli hanno un piumaggio scuro.

Tra leggenda e natura

La filastrocca di Vitalba riprende un tema caro alla tradizione popolare italiana. Secondo la leggenda, i “Giorni della Merla”, che si collocano tradizionalmente il 29, 30 e 31 gennaio, rappresentano il culmine dell’inverno. Si racconta che questi giorni fossero così freddi da spingere i merli, originariamente bianchi, a trovare riparo vicino ai camini, annerendo per sempre le loro piume.

Questa spiegazione fantastica nasconde il fascino della narrazione popolare, che cerca di interpretare la natura con immagini poetiche. È un esempio di come le tradizioni si mescolino con le storie tramandate oralmente, arricchendole di colori e simboli.

Un messaggio caldo in mezzo al gelo

La filastrocca di Vitalba non è solo una storia sui merli, ma anche una metafora sulla capacità di adattarsi alle difficoltà. In mezzo alla neve e al freddo, la famiglia di merli trova un modo per sopravvivere, accettando anche il cambiamento del loro aspetto. Questo semplice racconto ci ricorda l’importanza di proteggere chi amiamo e di adattarci alle sfide della vita con resilienza.

Un legame con le stagioni

I “Giorni della Merla” sono anche un’occasione per riflettere sul rapporto tra l’uomo e la natura. La tradizione popolare li associa all’inizio del periodo in cui l’inverno inizia a cedere il passo alla primavera, simboleggiando la ciclicità della vita e delle stagioni.

In conclusione, la filastrocca di Vitalba Santoro trasforma questa leggenda in un racconto adatto a grandi e piccini, capace di suscitare tenerezza e meraviglia. È un invito a riscoprire la bellezza delle tradizioni e a riflettere su come la poesia sappia rendere eterno ciò che altrimenti sarebbe fugace, come il soffio del vento in una gelida notte d’inverno.

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