Donne e Movimento

Donne e movimento

Donne e movimento: La Rivoluzione sportiva femminile, la nascita dello sport femminile

Laddove esistono prove di pratica femminile di attività fisiche e sportive fin dal XIX secolo d.C., le donne ebbero altresì invece un ruolo assai limitato quando nacque lo sport moderno. Ciò è imputabile agli influssi del romanticismo ottocentesco che aveva creato l’immagine della donna quale essere languido e malinconico, o addirittura, come la vedeva Alfred de Vigny, una creatura malata e dodici volte impura.

La marginalità della donna nel moderno movimento sportivo era anche la necessaria conseguenza di convenzioni sociali implicite in un’organizzazione della società che intendeva relegarla a un ruolo generalmente subordinato, limitato alla sfera dei lavori domestici e alla procreazione.

Il francese Pierre De Coubertin, in linea con la tradizione antica dei Giochi di Olimpia, affidò alle donne una funzione esclusivamente ancillare, in un ruolo che prevedeva solo l’incoronazione dei vincitori. A questo si oppose la francese Alice Milliat, fondatrice, nel 1921, della Federazione sportiva femminile internazionale, con la quale riuscì alla fine a dare importanza e riconoscimento alle donne nello sport agonistico.

Nel 1922 e nel 1926 si organizzarono, a Parigi e a Göteborg, i Giochi mondiali femminili, che minacciarono di oscurare i Giochi Olimpici; il loro successo indusse il Comitato Olimpico Internazionale ad ammettere, ai Giochi di Amsterdam del 1928, la partecipazione di quelle che un giornalista definì spregiativamente le atletesse.

Inizialmente non prendevano parte alle gare di atletica, e la loro partecipazione era limitata a gare di tennis e di tiro con l’arco, come se si trattasse di favori concessi, di deroghe al pensiero di De Coubertin che, nel 1912, quando le donne parteciparono per la prima volta alle gare di nuoto nei Giochi della V Olimpiade di Stoccolma (il 2%, 57 donne su 2 540 iscritti), espresse la propria opinione in questi termini: “Un’Olimpiade femminile non sarebbe pratica, interessante, estetica e corretta.”

De Coubertin ribadì il suo pensiero anche dopo il 1928: “per quanto riguarda la partecipazione delle donne al gioco io rimango contrario. Esse sono state ammesse a un numero sempre crescente di prove, contro la mia volontà.”

Nel 1952, solo una metà dei Paesi partecipanti inviò una rappresentanza femminile alle Olimpiadi di Helsinki. E nel 1968, a Giochi di Città del Messico, nonostante la folta rappresentanza femminile dei Paesi socialisti, la percentuale delle concorrenti non superò il 12% (845 su 7.200). Quell’anno segnò comunque una crescita tecnica del movimento sportivo femminile. Tale crescita contribuì a ridurre ulteriormente lo scarto fra prestazioni dei due sessi, un progresso accompagnato da una maggior naturalezza nello sforzo atletico.

Si dovette attendere la seconda parte del XX secolo per assistere a un’aumentata partecipazione femminile nello sport, una crescita che evidenziava la volontà di raggiungere la parità dei sessi in campo sportivo, rimanendo in tal senso un indicatore in grado di testimoniare i progressi nello status sociale della donna.

Riassunto

La lenta ma costante ascesa delle donne nello sport

Nonostante le attività fisiche e sportive delle donne fossero documentate già dal XIX secolo, il loro ruolo nello sport moderno è stato inizialmente molto limitato. Gli stereotipi del romanticismo ottocentesco vedevano le donne come esseri fragili e malinconici, relegandole a ruoli subordinati nella società. Pierre De Coubertin, fondatore dei Giochi Olimpici moderni, riservava alle donne solo funzioni ancillari. Tuttavia, la francese Alice Milliat ha lottato per il riconoscimento delle donne nello sport, portando alla creazione dei Giochi mondiali femminili negli anni ’20. Col tempo, la partecipazione femminile alle Olimpiadi è aumentata. Sebbene ci siano voluti decenni per raggiungere una significativa presenza, il movimento sportivo femminile è diventato un indicatore importante dei progressi sociali delle donne.

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Donne e Movimento
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Un’attività pratica coinvolgente per bambini sul tema “Donne e Movimento” potrebbe essere “Le Campionesse in Azione”, un gioco educativo e motorio che celebra le donne nello sport attraverso il movimento e la creatività.

Donne e Movimento

Attività: “Le Campionesse in Azione”

Età consigliata: 6-12 anni
Durata: 45-60 minuti
Materiale: Cartelloni, pennarelli, immagini di atlete famose, cerchi, corde, palloni

Fase 1: Scopriamo le Campionesse (15 min)

L’insegnante introduce alcune donne che hanno fatto la storia dello sport (es. Federica Pellegrini, Serena Williams, Nadia Comaneci). I bambini osservano immagini e ascoltano brevi racconti sulle loro imprese.

Fase 2: Il Percorso delle Atlete (20 min)

Si organizza un piccolo circuito a tappe, con ogni tappa ispirata a una disciplina sportiva. Ad esempio:

  • Salto di Nadia – Salto in lungo con la tecnica della ginnasta Nadia Comaneci.
  • Nuoto di Federica – Simulazione di nuoto a secco con movimenti delle braccia.
  • Tennis di Serena – Mini gara di colpi con palline leggere.
  • Calcio di Marta – Conduzione della palla e tiro in porta.

I bambini devono superare le prove per completare il percorso, incoraggiandosi a vicenda.

Fase 3: La Carta d’Identità della Campionessa (20 min)

Dopo l’attività fisica, ogni bambino crea la sua “Carta d’Identità della Campionessa”: un cartellone con il proprio nome, lo sport preferito e un disegno che li rappresenti come atleti. Si condivide con il gruppo, sottolineando l’importanza del movimento e dell’inclusione nello sport.

Obiettivi dell’Attività:

Sensibilizzare sulle conquiste delle donne nello sport.
Promuovere l’attività fisica e il gioco di squadra.
Rafforzare l’autostima dei bambini attraverso l’identificazione con modelli positivi.

L’attività si conclude con un messaggio motivazionale: “Tutti possono essere campioni, basta crederci!” 🎖️

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