Cultura alimentare

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Cultura Alimentare: La Lezione in Rima di Vitalba Santoro

La filastrocca “Cultura alimentare” di Vitalba Santoro è molto più di un semplice esercizio di rima. È un concentrato didattico che, con leggerezza e ritmo, riesce a toccare tutti gli aspetti fondamentali di una vita sana, equilibrata e consapevole. Attraverso il racconto della giornata, l’autrice ci guida in un percorso che va dalla nutrizione alla digestione, fino alla riflessione etica sullo spreco.

Il Ritorno alla Semplicità e all’Equilibrio

Il testo si apre celebrando la gioia dei pasti quotidiani, focalizzandosi sull’importanza di iniziare bene:

Bene inizia la giornata, / caffelatte con crostata; / frutta fresca a colazione, / marmellata di stagione.

Questa prima strofa stabilisce immediatamente il tono: l’alimentazione è un piacere, ma deve essere basata su ingredienti semplici e naturali (“frutta fresca a colazione,” “marmellata di stagione”), suggerendo una preferenza per ciò che è stagionale e preparato in casa.

Il viaggio prosegue attraverso il pranzo e la cena, dove l’attenzione si sposta sulla moderazione e sulla qualità. Lo spaghetto “con un semplice sughetto” e la porzione di carne “sempre con moderazione” sono inviti chiari a preferire la chiarezza e a evitare gli eccessi, principi fondamentali di una dieta bilanciata.

I Pilastri Dimenticati: Idratazione e Consapevolezza

La filastrocca non trascura dettagli cruciali spesso sottovalutati, come l’importanza dell’acqua e l’atto fisico del mangiare:

Tanta acqua naturale / che ci aiuta a depurare; / masticare ogni boccone / per la buona digestione.

Questi versi elevano l’idratazione e la masticazione al rango di azioni culturali, fondamentali quanto la scelta del cibo stesso. Mangiare bene non è solo cosa mettiamo nel piatto, ma come lo consumiamo.

Il passaggio sullo spuntino leggero e la preferenza per il pesce al forno (“no fritture”) completano il quadro nutrizionale, consolidando i consigli per una cena leggera che non appesantisca il sonno.

Il Messaggio Finale: Etica e Rispetto

Il vero cuore della filastrocca, e ciò che le conferisce un valore etico profondo, è la strofa finale. Dopo aver celebrato la varietà e la bontà degli alimenti, la prospettiva si allarga, trasformando l’atto del mangiare in un gesto di responsabilità globale:

Un pensiero va a coloro / che di cibo ne hanno poco, / tanto basta per capire / che lo spreco non è un gioco.

Questi versi introducono il concetto di privilegio alimentare. Stare a tavola a mangiare, in abbondanza e varietà, è un’espressione di “cultura alimentare” che impone anche un dovere: il rispetto per il cibo e la lotta contro lo spreco. L’autrice conclude con un forte richiamo alla solidarietà, ricordando che la nostra abbondanza coesiste con la privazione altrui.

In sintesi, la filastrocca di Santoro è uno strumento didattico potente e delicato che insegna alle nuove generazioni che la cultura alimentare non è una lista di divieti, ma un’armonia di salute, piacere e responsabilità sociale.

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