Gli Allobrogi: una tribù celtica bellicosa della Gallia
Gli Allobrogi, una tribù celtica guerriera, si stabilirono nella regione tra il fiume Rodano e il lago di Ginevra, nell’attuale territorio delle Savoia, del Delfinato e del Vivarese. Le loro città antiche corrispondono oggi a Lione, Saint-Étienne e Grenoble, situati nel moderno dipartimento dell’Isère, oltre che in Svizzera. La loro capitale era Vienne, e la regione da loro popolata divenne nota come Allobrogia. Ancora oggi, una montagna del Massiccio del Monte Bianco si chiama Pointe Allobrogia, un possibile ricordo linguistico dell’antica occupazione da parte di questa tribù celtica.
L’etnonimo Allobrogēs è una forma latinizzata del termine gallico *Allobrogis, che letteralmente significa “quelli di un altro paese” o “quelli dell’opposta frontiera”: in altre parole, “stranieri” o “esiliati”. I nomi personali Allo-brogĭcus (che poteva essere utilizzato anche come cognomen ex virtute) e Allo-broxus sono correlati al nome tribale, derivando da un composto formato dal prefisso celtico allo- (“altro, secondo”) unito alla parola brog-i-s (“territorio, regione, marca”). Secondo alcuni grammatici, il nome è reso in latino come alieni-gena, ovvero “popolo di altra stirpe”: questo supporta l’idea che gli Allobrogi siano arrivati relativamente di recente nella regione. Il loro nome può essere anche messo a confronto con quello dei Nitio-broges, una tribù gallica che viveva più a sud-ovest, lungo il medio corso del fiume Garonna. Nitio-broges significa “coloro che appartengono alla propria terra, indigeni”.
I Romani conoscevano gli Allobrogi per la loro abilità bellica, la loro ricchezza e il loro ruolo nell’importazione di frumento.
Gli Allobrogi controllavano gran parte della valle del Rodano e vari passi montani attraverso le Alpi, come la via Agrippa. Poiché avevano conquistato la regione solo di recente, potrebbero discendere dai Gesati. Quella dei Gesati è un’altra tribù menzionata dagli autori latini nella stessa area poco prima di loro e conosciuta per le sue tattiche militari simili.
Nel 123 a.C., gli Allobrogi diedero asilo a Tutomotulo, re dei Salluvi, conquistato da Roma. Gli Allobrogi rifiutarono di consegnarlo e Roma scatenò un attacco contro di loro. L’8 agosto del 121 a.C., le legioni comandate da Quinto Fabio Massimo Allobrogico sconfissero e sottomisero gli Allobrogi.
Quando nel 63 a.C. Catilina invitò gli Allobrogi a unirsi alla sua congiura, essi non solo rifiutarono, ma denunciarono il suo complotto alle autorità romane. Truppe di Allobrogi fecero parte dell’esercito di Gaio Giulio Cesare durante la conquista della Gallia e non tradirono per unirsi a Vercingetorige nella rivolta gallica del 52 a.C. Durante il periodo dell’impero romano, gli Allobrogi furono inclusi nella provincia della Gallia Narbonense. Successivamente, con l’avvento dell’imperatore Diocleziano, furono assegnati alla provincia della Gallia Viennense. Durante il periodo imperiale, Vienne crebbe notevolmente in importanza. Vienne divenne un centro di rilevanza, come dimostrano gli scavi archeologici e la sua centralità nella regione durante la tarda antichità e l’Alto Medioevo.
L’etnonimo Allobrogēs mostra una connessione con il termine gallese allfro (“straniero, esiliato”) e il germnanico alja-markiz (“lo straniero”), presente in un’iscrizione di Karstad. Ciò suggerisce un possibile collegamento tra il termine celtico e quello germanico.
Oggi, il termine Allobrogo si usa talvolta poeticamente o scherzosamente per riferirsi ai Piemontesi e ai Savoiardi, alludendo alla loro caratteristica di rude fierezza.
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