Verismo e Naturalismo

Verismo e Naturalismo

Tutto sul colloquio interdisciplinare relativamente all’argomento “Verismo e Naturalismo”.

Introduzione

“fatta l’Italia, ora bisogna fare gli italiani”

                                      Massimo D’ Azeglio

Lo studio del periodo storico relativo al Verismo e Naturalismo è molto importante perché ci fa capire come sono nate le differenze economiche tra il Nord e il Sud dell’Italia, rivalità esistenti ancora oggi.

Tesina per il Colloquio interdisciplinare “Verismo e Naturalismo”

INDICE degli argomenti sull’argomento Verismo e Naturalismo

LETTERATURA ITALIANA: il Verismo e Giovanni Verga

STORIA: i problemi dell’Italia Unita

LINGUA INGLESE: Charles Dickens

LINGUA FRANCESE: Emile Zola

ARTE E IMMAGINE: i Macchiaioli

EDUCAZIONE MUSICALE: Giuseppe Verdi

GEOGRAFIA: il Venezuela

SCIENZE: il Naturalismo e Darwin

TECNOLOGIA: il Petrolio

SCIENZE MOTORIE: la Pallavolo

RELIGIONE: la Chiesa cattolica alla fine del XIX secolo

VERISMO E NATURALISMO

Verismo e Naturalismo
Verismo e Naturalismo

ITALIANO

IL VERISMO E GIOVANNI VERGA

Verismo e Naturalismo
Verismo e Naturalismo
IL VERISMO

Il Verismo è una corrente letteraria che si sviluppò nel sud Italia tra la seconda metà del XIX secolo e i primi del XX secolo. nato in Italia all’incirca fra il 1875 e il 1895 ad opera dei siciliani Giovanni Verga e Luigi Capuana con la collaborazione di altri scrittori.

Questa corrente si ispira in maniera evidente al Naturalismo, un movimento letterario diffuso in Francia a metà dell’Ottocento. Fu il movimento letterario più significativo di quel periodo storico. Insieme al Naturalismo in Francia e al Realismo in Russia e Inghilterra, si basa sul Positivismo, corrente filosofica.

Il Verismo si diffuse in Italia ma solo nelle regioni meridionali, soprattutto in Sicilia. Questo movimento letterario si basava molto sulla descrizione oggettiva e ricca di particolari che riguardava fatti veri. Gli scrittori del Verismo scrivevano sempre in terza persona con uno stile oggettivo, cioè non entravano mai nei fatti scritti, come se facessero delle fotografie della realtà. Si può dire che gli scrittori del Verismo si comportavano come scienziati osservatori. I più importanti sono stati Capuana e Verga in Sicilia, Serao a Napoli e Deledda in Sardegna. Ma l’esponente di maggiore rilievo è stato Giovanni Verga.

Il Verismo si divide in tre fasi:

Prima fase (1849 – 1873). È caratterizzata da un grande sviluppo economico. In questo periodo si afferma un nuovo modo di scrivere che in generale si definisce REALISMO, ma che in particolare in Francia sarà definito NATURALISMO e in Italia VERISMO.

Seconda fase (1873 – 1895). È una fase di crisi definita “grande depressione” in cui si esaurisce lo slancio creativo del Verismo

Terza fase (1896 – 1900). È quella della grande ripresa caratterizzata dalla seconda rivoluzione industriale.

GIOVANNI VERGA

Giovanni Verga è stato lo scrittore più importante del Verismo. Nacque a Catania da una famiglia di proprietari terrieri. Dopo essersi laureato in lettere si trasferì prima a Firenze e poi a Milano, dove frequentò persone importanti che lo aiutarono. Dopo un po’ tornò a Catania e scrisse le opere più importanti. Nei suoi libri Giovanni Verga parlava sempre di contadini, pescatori, artigiani e gente del popolo. Faceva capire i loro problemi, la loro miseria, la loro ignoranza, le ingiustizie che subivano. Però lui non denunciava ma scriveva solo. I suoi capolavori erano pieni di descrizioni e sembravano fotografie. Le sue opere più importanti sono state due romanzi: i Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. In questi romanzi lui faceva capire che, nonostante sforzi e fatiche, non vi era speranza di migliorare.

STORIA

I PROBLEMI DELL’ITALIA UNITA

La proclamazione del Regno d’Italia con a capo Vittorio Emanuele II non elimina alcuni importanti problemi che rendevano difficile la vera unificazione del Paese:

Verismo e Naturalismo
Verismo e Naturalismo

 

Problema n 1

–          Roma e il Veneto non fanno ancora parte del Regno.

–          Il Papa non accetta il re e rifiuta ogni dialogo.

–          Gli Austriaci possiedono ancora il Veneto, il Trentino e il Friuli.

Problema n 2

–          L’Italia, unita dal punto di vista territoriale, è ancora divisa dal punto di vista dei popoli, delle tradizioni e delle lingue, infatti in ogni regione o città si parla un dialetto diverso.

Problema n 3

–          L’Italia è divisa dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista delle leggi e delle amministrazioni. Il Sud ha molti più problemi del Nord.

Al momento dell’unificazione (1861), l’Italia era un paese povero ed arretrato. Mancavano le scuole e ben 78 italiani maschi su 100 non sapevano né leggere né scrivere. La percentuale saliva al 90% per le donne e nelle regioni meridionali. L’ economia era molto arretrata specialmente al Sud; l’industria era poco sviluppata rispetto agli altri paesi europei.

L’agricoltura, che era l’attività prevalente, presentava nelle varie zone d’Italia un diverso livello di sviluppo. Al Nord nascevano aziende agricole moderne, grazie a imprenditori che investirono nell’ agricoltura i loro capitali. Al Sud invece erano prevalenti i latifondi, grandi estensioni di terreno agricolo concentrati nelle mani di pochi e ricchi proprietari che vivevano in città e non si curavano di migliorare la produzione delle loro terre.

Le abitazioni inoltre erano malsane, mancava l’acqua potabile e c’era scarsa igiene, fattori che portavano alla diffusione di molte malattie contagiose come il colera e di altre come il tifo. Di conseguenza la mortalità era molto alta specialmente quella infantile che era la più alta in Europa e la durata media della vita era di meno di 40 anni. Il regno d’ Italia nasceva con gravi difficoltà di bilancio. Il nuovo Stato aveva ereditato i debiti dei vecchi Stati. Per questo motivo fu necessario far pagare tasse più alte di quelle dei vecchi Stati, provocando il malcontento dei cittadini più poveri. La situazione diventò ancora più grave perché i liberali moderati che erano al governo, imposero tante tasse, dimostrando scarsa sensibilità per le condizioni delle classi più povere.

Dal punto di vista militare invece, fu esteso a tutta Italia il servizio obbligatorio che durava alcuni anni.

Si trattava di un impopolare, perché il giovane chiamato alle armi, per qualche tempo non lavorava e la sua assenza rendeva ancora più misere le condizioni di molte famiglie di contadini. Il danno fu così grave che molti genitori preferivano far registrare i figli maschi come femmine, per sottrarli al servizio di leva. Queste tasse e la leva obbligatoria aggravarono la disperazione dei contadini, che fra il 1861 e il 1865 finirono per diventare briganti, termine derivante dal brigantaggio. Il brigantaggio era un fenomeno, in cui si esprimeva la protesta delle classi più povere contro i potenti che l’opprimevano. Molti giovani che non trovavano lavoro, quelli che volevano evitare il servizio militare, si davano alla macchia (cioè abbandonavano paesi per andare a vivere nei boschi e sulle montagne) diventando briganti. Organizzati in bande, i briganti scendevano dai loro rifugi sulle montagne e rubavano, ammazzavano, seminando il terrore.

Il regno d’ Italia si era fermato da poco; non poteva sopportare questa ribellione, considerando il brigantaggio come un movimento contrario all’Unita d’Italia.

Non seppe capire che le vere pause erano invece la miseria, la fame, ecc. e non fece nulla per migliorare le loro condizioni di vita. Si limitò ad inviare l’esercito per reprimere la rivolta. Il brigantaggio, quindi, fu stroncato a prezzo di lotte, crudeltà e tanti morti. Quindi, siccome il brigantaggio era visto come una forma di “resistenza” venendo eliminato, il popolo guardava lo Stato come un nemico. Questo favorì la nascita di organizzazioni criminali, come la mafia, che sostituì lo Stato ed attraverso minacce, assassini, vendette, costrinse ai contadini ad accettare salari da fame e durissime condizioni di lavoro. Quindi la mafia ostacolò lo sviluppo delle regioni meridionali soprattutto e controllando tutte le attività economiche, gli appalti e le elezioni, divenne una potenza economica e politica.

INGLESE

CHARLES DICKENS

Inglese

Charles Dickens is an english writer born in 1812 in Portsmouth. He become a journalist and a parlamentary repoter, while he was publishing his first novels. During his life he published 14 novels and left one (“The mystery of Edwin Drood”) unifinished. He founded and directed two journals. He died in 1870; is considered the greatest victorian writer because his works best reflects the complexity, excitement and disharmonies of the age. His masterpiece was Oliver Twist.

FRANCESE

EMILE ZOLA
Verismo e Naturalismo
Verismo e Naturalismo

Le Naturalisme est un mouvement letteraire qui nait en France dans le secoonde maitè du XIX siecle. Le chef de pile du Naturalisme français est Emile Zola et son essai le roman experimental, publiè en 1880, qui est considerè comme le manifeste du Naturalisme. Dans cet essai Zola dit que l’ art doit imitere la science e prendre q’elle la methode  experimentale. Les histoires ne sont plus inventees comme chez les ecrivains romantiques, mais elles sont prises de la realitè; le personages ne sont plus des héros romantiques. Enfine le style doit etre impersonel comme celui d’ un traite scientifique.

Emile Zola est un ecrivain, journalist et homme public français.

Il nait à Paris le 2 Avril 1840 d’ un pere italien, et d’ une femme française, au college il se lie d’ amitiè avec le peintre Paul Cezanne. Le travail de Zola reçoit beaucoup de critiques des rilieux conservateure et moraliste. Il est mort a Paris le 29 septembre.

ARTE E IMMAGINE

I MACCHIAIOLI
Verismo e Naturalismo
Verismo e Naturalismo

Il movimento dei macchiaioli fu uno tra i più significativi e innovativi della pittura italiana dell’ottocento. Un gruppo artisti, provenienti da ogni parte d’Italia, si riunivano al caffè Michelangelo di Firenze fra il 1855 e il 1867, sostenendo una pittura anti accademica atta a riprodurre l’impressione del vero, attraverso la tecnica della macchia. È nel 1856 che si colloca la nascita di questo movimento. In tale anno, a Firenze, i giovani frequentatori del caffè, avvertirono con maggiore nettezza la necessità di confrontare il loro operato con ciò che andava accadendo in ambito europeo, e soprattutto con quanto di più aggiornato si faceva in quel momento in Francia.

Il termine macchiaioli deriva appunto dalla tecnica detta “macchia” che definiva l’immagine attraverso pennellate di colore e contrasti romantici.

In questa nuova pittura, l’evidenza dell’ oggetto, della figura, dell’ atmosfera stessa è ottenuta non con il disegno, ma con tocchi precisi di colore per contrasto di scuri su chiari e viceversa. I macchiaioli quindi, abolirono il chiaroscuro per dipingere ad accostamenti di colore-ombra e colore-luce, ottenendo effetti di grande luminosità di suggestiva resa atmosferica e semplificarono il paesaggio fino alle sue strutture essenziali. Le forme sono semplificate e, i particolari ridotti. I macchiaioli erano respinti dalle mostre ufficiali, ma portarono avanti la loro ricerca visiva con coraggio e grandi sacrifici.

I principali rappresentanti di questo movimento furono: Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e Silvestro Lega.

EDUCAZIONE MUSICALE

GIUSEPPE VERDI
Verismo e Naturalismo
Verismo e Naturalismo

Giuseppe Verdi nacque il 10 ottobre 1813 a Roncole di Busseto.

Di famiglia umile, cominciò gli studi a Busseto dove aiutava negli affari il negoziante Barezzi, che fu poi il suo protettore, e li proseguì a Milano con Vincenzo Lavigna.

Nel 1938 tentò l’avventura operistica, con cui non raggiunse subito il successo.

Messo a dura prova dalla perdita della moglie Margherita Barezzi, figlia del suo protettore, e dei due figli, trovò un provvidenziale sostegno nel successo ottenuto al teatro La Scala da Nabucco, nel 1841.

Da allora, per molti anni, concentrò tutte le sue energie nell’ attività compositiva, ottenendo sempre maggiore popolarità e un deciso miglioramento delle sue condizioni economiche.

Dalla metà degli anni ‘50, dopo Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata, nuove riflessioni autocritiche lo condussero a un rinnovato vigore espressivo, il che gli procurò una posizione di straordinario rilievo internazionale. Nominato senatore del Regno d’ Italia nel 1974, inaugurò a Milano la casa di riposo per musicisti da lui fondata.

Verdi morì il 27 gennaio 1901 in un appartamento a Milano dove era solito alloggiare.

GEOGRAFIA

IL VENEZUELA

Venezuela

Il Venezuela è uno degli stati più importanti e grandi dell’America Meridionale. È bagnato sia dall’ Oceano Atlantico che dal Mar dei Caraibi nel quale si trovano molte isole. Il fiume più importante è l’Orinoco.

Il territorio venezuelano è ricco di paesaggi equatoriali: trovandosi vicino all’ Equatore, il clima del Venezuela è generalmente caldo, umido con piogge molto frequenti. I monti più importanti sono le Ande.

La lingua parlata è lo spagnolo; la religione più praticata è quella cattolica, la capitale è Caracas. Studiando le caratteristiche del Venezuela, il cui nome significa piccola Venezia, scopriamo che è uno stato che presenta molti legami con gli argomenti in questione: è ricchissimo di giacimenti di petrolio, è stato abitato da molti emigranti dell’Italia meridionale e ha gli stessi problemi di molte zone del Sud Italia. Anche per il fatto che anche in Venezuela, come nel sud Italia, c’è stata la dominazione spagnola.

SCIENZE

VERISMO E NATURALISMO – DARWIN

Il naturalismo trova in DARWIN il suo massimo esponente. In questo stesso periodo abbiamo la sua opera in cui egli analizza l’uomo e la società nei loro aspetti scientificamente dimostrati e elabora le teorie dell’evoluzione della specie e selezione naturale. Pubblicò la sua teoria sull’evoluzione delle specie nel libro L’origine delle specie (1859), che è il suo lavoro più noto. Egli basò la sua teoria sui dati raccolti durante un viaggio intorno al mondo, e in particolare durante la sua sosta alle Galápagos.

Charles Robert Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) è stato un biologo, naturalista, antropologo, geologo ed esploratore britannico, celebre per aver formulato la teoria dell’evoluzione delle specie vegetali e animali per selezione naturale agente sulla variabilità dei caratteri ereditari, e della loro diversificazione e moltiplicazione per discendenza da un antenato comune.

Con la teoria evoluzionistica Darwin dimostrò che l’evoluzione è l’elemento comune, il filo conduttore della diversità della vita. Secondo una visione evolutiva della biologia, i membri dello stesso gruppo si assomigliano perché si sono evoluti da un antenato comune. Secondo questo modello le specie sono originate in un processo di “discendenza con variazione”. Fatto ancora più importante, nel suo trattato sull’origine delle specie, Darwin propose la selezione naturale come meccanismo principale con cui la variazione porta alla speciazione e dunque all’evoluzione di nuove specie.

La teoria evoluzionistica di Darwin si basa su tre presupposti fondamentali:

Riproduzione: tutti gli organismi viventi si riproducono con un ritmo tale che, in breve tempo, il numero di individui di ogni specie potrebbe non essere più in equilibrio con le risorse alimentari e l’ambiente messo loro a disposizione.

Variazioni: tra gli individui della stessa specie esiste un’ampia variabilità dei caratteri; ve ne sono di più lenti e di più veloci, di più chiari e di più scuri, e così via.

Selezione: esiste una lotta continua per la sopravvivenza tra gli individui all’interno della stessa specie e anche con le altre specie. Nella lotta sopravvivono gli individui più adatti, cioè quelli che meglio sfruttano le risorse dell’ambiente e generano una prole più numerosa.

Darwin affermò che l’evoluzione di nuove specie avviene attraverso un accumulo graduale di piccoli cambiamenti casuali. Quelli positivi, cioè favorevoli alla sopravvivenza dell’individuo che ne è portatore, fanno sì che quell’individuo possa riprodursi più facilmente e quindi trasmettere le proprie caratteristiche ai discendenti. Ciascuna specie presenta un proprio adattamento all’ambiente evolutosi mediante la selezione naturale; comprendere in che modo gli adattamenti si sono evoluti per selezione naturale è il compito della biologia evoluzionistica.

La teoria dell’evoluzione delle specie è uno dei pilastri della biologia moderna. Nelle sue linee essenziali, è riconducibile all’opera di Charles Darwin, che vide nella selezione naturale il motore fondamentale dell’evoluzione della vita sulla Terra. Ha trovato un primo riscontro nelle leggi di Mendel sull’ereditarietà dei caratteri nel secolo XIX, e poi, nel XX, con la scoperta del DNA e della sua variabilità.

TECNOLOGIA

IL PETROLIO

Petrolio

Il petrolio è un liquido denso e di un colore che va dal nero al giallo, derivato dalla decomposizione di sostanze organiche in milioni di anni. Esso viene estratto dai giacimenti sotterranei tramite pozzi petroliferi. Dopo essere stato raffinato può essere venduto come combustibile, sotto forma di benzina, gasolio.

Il petrolio nasce grezzo ed è composto principalmente da idrocarburi: carbonio e idrogeno. Gli idrocarburi sono composti chimici contenenti carbonio e idrogeno, a seconda della composizione dei loro atomi formano diverse sostanze; un miscuglio di queste sostanze è il petrolio. Il petrolio non può essere utilizzato allo stato grezzo ma deve essere raffinato a seconda dell’uso che se ne deve fare. Le gocce oleose di idrocarburi e i gas, essendo più leggeri dell’acqua presente nel terreno, si spostavano verso l’alto e si fermavano contro una trappola petrolifera (strati rocciosi a forma di cupola) accumulandosi e formando giacimenti di petrolio.

Il giacimento lo si può immaginare come un grande lago di petrolio dove, appunto, si va ad estrarre il petrolio.

Il petrolio si estrae cominciando a fare un’analisi del sottosuolo per conoscere le caratteristiche delle rocce e verificare se siano adatte a contenere petrolio o meno. Una volta individuata un’area adatta a contenere petrolio, si procede con l’accertarsi che ce ne sia veramente, cioè causando onde sismiche il cui rimbalzo viene misurato e in questo modo si riesce ad ottenere uno spaccato del sottosuolo. Se la ricerca va a buon fine si comincia con la perforazione.

Un pozzo petrolifero viene scavato tramite trivelle.

Le trivelle sono formate da un motore che muove l’asta principale, a cui vengono poi avvitate altre aste cave che scenderanno in profondità e al cui interno scorrerà del liquido lubrificante e di raffreddamento. All’estremità è presente uno scalpello formato da durissimi denti di materiale diverso a seconda della roccia da perforare. Sullo scalpello ci sono dei buchi da dove esce il liquido lubrificante che ritorna su esternamente al tubo portando con sé i detriti.

Il pozzo scende per qualche chilometro ed ha un diametro fino a un metro.

Per non far cedere le pareti, dopo aver finito lo scavo e aver tirato fuori lo scalpello si calano i tubi d’acciaio. Il petrolio viene raffinato per dividerlo nei suoi idrocarburi: gasolio, benzina, metano, ecc. Per separarli si usa la distillazione frazionata tramite la quale si fa evaporare il petrolio lungo una torre divisa in piani e per ogni piano c’è una temperatura diversa, a seconda della temperatura un prodotto diverso esce dalla caldaia e va nel serbatoio. I principali paesi produttori di petrolio sono: Arabia Saudita, Russia, Usa.

SCIENZE MOTORIE

LA PALLAVOLO

Pallavolo

La Pallavolo fu introdotta da William Morgan, istruttore di scienze motorie presso un college nel Massachusetts (Usa) nel 1895. Morgan nel febbraio 1895 radunò alcuni insegnanti nel college di Springfield per la dimostrazione di un nuovo sport, da lui chiamato Mintonette con l’aiuto di due squadre composte da 5 membri per squadra. Una caratteristica particolare era quella di non prevedere il contatto fisico tra i partecipanti, per cui destrezza, riflessi e agilità, prendevano il posto della qualità fino ad allora primaria nelle attività sportive: la forza.

 Lo sport era quindi destinato ad atleti non più massicci e pesanti, bensì agili, con una buona elevazione, capaci di destreggiarsi nel gioco acrobatico. Fu però Alfred T. Halstead a cambiare il nome di mintonette in Volleyball. Egli riuscì ad imporre questo sport nei college YMCA sparsi un po’ in tutti gli Stati Uniti. Due anni dopo la pallavolo si praticava anche nella maggior parte dell’America del Sud. Tra il1895 e la metà del 1900, la pallavolo si diffonde in tutto il mondo ma con variazioni di regole da paese a paese. Nel 1947 a Praga viene fondata la Federazione Internazionale Volley Ball (FIVB) e a Parigi si tiene il primo congresso della FIVB.

Il primo presidente della FIVB sarà il francese Paul Libaud fino al 1984.

Nel 1948 si svolge a Roma il primo campionato europeo e l’anno seguente a Praga è la volta del primo campionato mondiale. Nel 1955 il CONI riconosce la Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV) come membro effettivo e solo due anni più tardi essa sarà riconosciuta ufficialmente anche dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO).

Campo di gioco

Il campo di gioco è composto da 2 sezioni di 9 x 9 metri, per un totale di 18 x 9 metri. La superficie di gioco deve essere piana e uniforme, così da non presentare nessun pericolo per i giocatori. Le linee che delimitano il campo devono essere di larghezza 5 cm e devono avere un colore contrastante col terreno.

La partita è divisa in set

Un set viene vinto dalla prima squadra che arriva a 25 punti, con almeno due punti di margine dall’altra. Nel caso il margine sia di un solo punto (cioè 25-24) si va avanti ad oltranza finché il margine di una delle due non arriva a due punti. La partita è decisa al meglio dei 5 set, ossia vince la prima squadra che conquista tre set. Nel caso si arrivi ad un punteggio di set 2-2, il quinto set viene chiamato tie-break e viene giocato ai 15 punti (ad 8 si cambia campo), rimanendo il vincolo dei due punti di scarto (regola introdotta solo nel 1998).

Il campionato

Nel campionato di pallavolo italiano sono in palio 3 punti per ogni partita giocata: se la partita finisce con il risultato di 3-0 o 3-1 i punti vanno completamente alla squadra vincitrice, mentre se il risultato finale è 3-2 la posta in palio si divide (2 punti alla squadra vincitrice dell’incontro e 1 punto alla squadra sconfitta).

RELIGIONE

LA CHIESA NEL XIX SECOLO

La Chiesa cattolica alla fine del XIX secolo dovette confrontarsi con i nuovi temi sociopolitici che la società europea dell’epoca poneva prepotentemente.

Pio IX vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1846 al 1878, affrontò i drammatici problemi posti alla Chiesa dal liberalismo, dal socialismo, dalla fine del potere temporale dei papi in conseguenza dell’unificazione italiana.

Il tentativo coronato da notevole successo, di colmare il fossato e reinserire la Chiesa nella società moderna venne intrapreso dal successore di Pio IX, Leone XIII, che si pose l’obiettivo di offrire una risposta cattolica alla questione operaia e più in generale sociale e di porre su nuove basi i rapporti fra la Chiesa e gli Stati.

Con l’enciclica Rerum Novarum, del 15 maggio 1891, sulla condizione degli operai, Leone XIII intese non solo affermare la dottrina della Chiesa in materia sociale di fronte al mondo cattolico, ma anche dare una piattaforma comune per l’azione ai movimenti sociali cattolici divisi in diverse correnti.

Il suo successore, Pio X pose fine a ogni velleità dei democratici cristiani di agire in modo politicamente autonomo. Egli ribadì la dipendenza dell’azione politico-sociale dalla gerarchia ecclesiastica, richiamò energicamente i cristiani al rispetto delle differenze sociali e di classe, indicando nel solidarismo con i poveri la via per risolvere la questione sociale e rifiutando qualsiasi proposito di potere popolare, anche se ispirato dalla religione.

Pio X dovette affrontare una grave crisi nelle file della cultura cattolica.

Il rinnovamento cattolico assunse due indirizzi fondamentali, neotomista e modernista.

Uno dei due indirizzi di rinnovamento cattolico fu il modernismo, l’altro il neotomismo. Il modernismo e intendeva trovare una chiave moderna d’interpretazione del cattolicesimo fu un segno di rinnovamento cattolico, fu un tentativo di riforma che ebbe la sua origine nell’ultimo decennio dell’Ottocento ed ebbe il suo sviluppo fra la fine del secolo ed il primo decennio del Novecento. Il modernismo venne tollerato da Leone XIII, ma incontrò l’ostilità frontale di Pio X con l’enciclica Pascendi Dominici Gregis del 1907, lo condannò recisamente. Tale ammodernamento veniva messo all’Indice come condotta che a breve termine avrebbe portato all’ateismo.

Verismo e Naturalismo

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