La morfologia

La morfologia

Cos’è la morfologia

La morfologia è la parte della grammatica che studia la struttura delle parole e le forme che esse possono assumere.

La parola, infatti, non è un blocco indivisibile: al suo interno si distinguono elementi più piccoli, chiamati morfemi, che portano significato.

  • Morfema lessicale: porta il significato di base (radice → cant- in cantare).
  • Morfema grammaticale: fornisce informazioni grammaticali (desinenza → -o in canto, che indica “io”).
  • Affissi: morfemi che si aggiungono alla radice per formare nuove parole:
    • prefissi (ri-scrivere)
    • suffissi (scritt-ore)

Compiti della morfologia

La morfologia studia:

  1. La formazione delle parole (derivazione, composizione, alterazione).
  2. Le flessioni delle parole, cioè le variazioni che subiscono per esprimere genere, numero, persona, tempo, modo, aspetto.
    • Esempio: ragazzo → ragazzi; canto → cantavamo.
  3. Le categorie grammaticali (nome, aggettivo, verbo, pronome, articolo, avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione).

In sintesi: la morfologia è lo studio del “meccanismo interno” delle parole, del modo in cui esse si costruiscono e si trasformano. È una disciplina fondamentale per capire come la lingua riesca a essere al tempo stesso ordinata e creativa, regolata da norme ma capace di produrre infinite forme nuove.

La morfologia: tabella riassuntiva

La Tabella pensata proprio per uso didattico, così da avere un colpo d’occhio immediato sulle categorie principali:

CategoriaDefinizioneFunzioneEsempi
Morfema lessicale (radice)Parte fissa della parola che contiene il significato di baseFornisce il nucleo semanticocant- in cantare, lavor- in lavoro
Morfema grammaticale (desinenza)Parte variabile che si aggiunge alla radiceIndica genere, numero, persona, tempo, modogatto/gatti, canto/cantiamo
PrefissiMorfemi posti prima della radice (possono avere senso autonomo)Modificano o precisano il significato della parola primitivari-scrivere, im-possibile, sotto-suolo
SuffissiMorfemi posti dopo la radice (non hanno senso autonomo)Creano nuove parole, spesso cambiando categoria grammaticalelavor-atore, dolc-ezza, fior-aio
AlterazioneAggiunta di suffissi particolariModifica il significato esprimendo dimensione o valutazione (affettiva o dispregiativa)casa → cas-etta (diminutivo), cas-ona (accrescitivo), cas-accia (dispregiativo)
FlessioneModificazione della parola mediante desinenzeAdatta la parola alla frase (accordo di genere, numero, tempo, persona…)bello/bella/belli/belle, canto/cantavi/canteremo

In questo modo lo studente può distinguere con chiarezza tra formazione delle parole nuove (derivazione, composizione, alterazione) e uso delle forme grammaticali (flessione).


Attività: Il Gioco dei Mattoncini delle Parole

Un’attività divertente e pratica per i bambini per imparare la morfologia, chiamata “Il Gioco dei Mattoncini delle Parole”.

Questa attività è pensata per aiutare i bambini a capire in modo visivo e giocoso che le parole sono fatte di pezzi che si incastrano.

Materiali:

  • Fogli di cartoncino di diversi colori
  • Pennarelli
  • Forbici
  • Nastro adesivo
  • Una scatola da scarpe o una scatola per i “mattoncini”

Istruzioni:

  1. Prepariamo i mattoncini:
    • Mattoncini ROSSI (Radici): Su cartoncino rosso, scrivi le radici di alcune parole. Ad esempio: gioca-, canta-, mangia-, corri-, dormi-.
    • Mattoncini BLU (Prefissi): Su cartoncino blu, scrivi dei prefissi. Ad esempio: ri-, s-, in-.
    • Mattoncini VERDI (Suffissi): Su cartoncino verde, scrivi dei suffissi. Ad esempio: -re, -tore, -ndo, -zione.
    • Mattoncini GIALLI (Desinenze): Su cartoncino giallo, scrivi delle desinenze per genere e numero. Ad esempio: -o, -a, -i, -e.
    • Ritaglia ogni pezzo in un rettangolo, come se fossero dei mattoncini LEGO.
  2. Costruiamo le parole!
    • L’insegnante o un genitore guida il gioco. Inizia mostrando un mattoncino ROSSO, come gioca-.
    • Chiedi ai bambini: “Che parola possiamo costruire con questo pezzo?”
    • I bambini possono provare a costruire parole usando i mattoncini degli altri colori. Ad esempio, possono attaccare il mattoncino VERDE -tore per fare giocatore.
    • Oppure possono usare un mattoncino BLU ri- e un mattoncino VERDE -re per costruire rigiocare.
    • A ogni parola che costruiscono, l’insegnante spiega il significato dei pezzi. Per esempio: “Il mattoncino verde -tore serve a dire chi fa l’azione! È un nome!”
  3. Il gioco della storia:
    • Dopo aver costruito diverse parole, chiedi ai bambini di inventare una storia usando le parole che hanno creato.
    • Questo li aiuterà a usare le parole in un contesto, rafforzando la loro comprensione.

Obiettivi:

  • Capire la struttura: I bambini imparano che le parole non sono un’unità singola, ma sono fatte di pezzi diversi.
  • Identificare i ruoli: L’attività aiuta a capire che ogni pezzo (radice, prefisso, suffisso) ha un ruolo specifico nel dare significato alla parola.
  • Stimolare la creatività: Incoraggia i bambini a sperimentare e a creare nuove parole, rafforzando la loro relazione con il linguaggio.

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