Le leggi emanate da Solone furono veramente sagge. Gli Ateniesi, dopo la legislazione di Dragone, diedero pieni poteri a Solone, aristocratico filosofo e poeta (594), che i Greci consideravano uno dei sette sapienti.
Con le riforme di Solone si vede il traguardo della lenta evoluzione di Atene nell’età arcaica. Il suo maggiore contributo alla soluzione dei problemi sociali della sua città fu quello di aver liberato gli Ateniesi poveri dalle pene conseguenti al debito; ciò portò, per conseguenza, all’abolizione della schiavitù per debiti.
Per il filosofo quello che doveva contare non era l’origine nobile di un individuo, ma quello che il cittadino dava allo Stato, sotto forma di tasse e di servizio militare. Perciò egli divise i cittadini in quattro classi, secondo la ricchezza di ciascuno, e diede a ciascuna classe doveri e diritti proporzionati. I cittadini delle prime due classi erano i più ricchi e avevano il dovere di pagare forti tasse e servire in guerra, procurandosi essi stessi le armi pesanti, più costose. A questi cittadini S. diede il diritto di essere eletti alle magistrature più importanti. I cittadini della terza classe, che avevano doveri minori, ebbero il diritto di essere eletti alle magistrature minori. I teti, o operai, della quarta classe non dovevano pagare tasse e non avevano il dovere di servire nell’esercito:
essi perciò non ebbero il diritto di essere eletti magistrati.
Tutti i cittadini però, compresi i teti, facevano parte di un’assemblea generale, detta Ecclesia. Essi nell’Ecclesia prendevano le decisioni più importanti di pace e di guerra. Nell’assemblea venivano anche votate le leggi e si eleggevano i magistrati. Inoltre tutti i cittadini potevano far parte dell’Eliéa, cioè del tribunale popolare che giudicava i delitti più gravi.
C’era però anche un’assemblea più ristretta, l’Areopago. L’Areopago era composta solo di ex-magistrati, che preparava i progetti di legge da sottoporre all’approvazione dell’assemblea generale; essa finì coll’avere effettivamente in mano le redini dello Stato.
La costituzione di S. rappresentò un vero progresso, anche se la divisione in classi era basata sulla ricchezza. Ma il cittadino che col proprio lavoro e con la propria intelligenza avesse raggiunto una maggiore ricchezza passava dalla classe inferiore a quella superiore.
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