Cittadini civili e liberi, cittadini Ateniesi, storia di Atene

Ad Atene tutti erano cittadini civili e liberi. Tutti gli Ateniesi erano uguali di fronte alla legge e tutti erano liberi nella famiglia, e nell’educazione dei figli; liberi nel partecipare alla vita pubblica, nel votare, ecc.; liberi nel lavoro e nel commercio. Attraverso il commercio, gli Ateniesi, erano a contatto con tutti gli altri popoli. Proprio all’opposto di ciò che avveniva a Sparta.

Né gli Ateniesi mostrarono meno patriottismo e meno spirito militare degli Spartani, quando si trattò di difendere la Grecia dall’invasione straniera.

Atene era considerata una terra libera, ove si poteva vivere liberi; quivi si rifugiarono spesso coloro che erano scacciati dalle loro città. Vivere in libertà non significava affatto vivere nel disordine, nell’anarchia. Il cittadino Ateniese, infatti, obbediva volentieri alle leggi, perché a ciascuno toccava, prima o poi, di diventare magistrato e ciascuno aveva in tal modo conosciuto l’importanza che ha, per chi governa, avere cittadini fedeli ed ossequienti. Allorché poi toccava a lui comandare, comandava senza profittare, e rispettando sempre la libertà dei cittadini, perché era stato anche lui un cittadino libero; e, finita la carica, voleva ridiventare un cittadino libero.

La partecipazione alle varie fasi della vita civile era sentita dai cittadini Ateniesi come un obbligo piuttosto che come un diritto.

Così gli Ateniesi svilupparono, nella libertà, le arti e gli studi. Essi raggiunsero in breve tempo una tale eccellenza in tutti i campi che non ebbe mai più uguali nella storia dell’umanità.

Era stato deciso da una legge che non fosse lecito per alcun cittadino andare in assemblea armati.

Una leggenda narra che

Un magistrato che aveva fatto votare questa legge si era presentato un giorno in assemblea dimenticando di togliere dal proprio fianco la spada. Accortosi di aver trasgredito una legge, il legislatore stesso si diede la morte con la propria spada, per punirsi della trasgressione commessa.